ROMA – Per la prima volta nella sua storia dal dopoguerra, l’Italia potrebbe essere presto governata da un partito che affonda le radici nei detriti del movimento fascista di Mussolini. Se, come appare probabile, Fratelli d’Italia (FdI) si ritroverà a capo della coalizione di governo, la politica europea subirà un cambiamento profondo.
Giorgia Meloni, carismatica leader di FdI, è stata accusata di essere “neofascista”, e sia FdI che il secondo partito della sua coalizione, la Lega, sono stati bollati come “populisti”. Entrambe le etichette mancano il punto. Vero, questi partiti hanno sfruttato il crescente malcontento di alcuni elettori e adotterebbero una posizione rigida su temi quali l’immigrazione e la sicurezza. Ma Fratelli d’Italia non intende certo sovvertire la democrazia liberale.
Le sue ambizioni risiedono altrove. Riconoscendo che la chiave del successo delle due grandi famiglie politiche europee, i cristiano-democratici e i socialisti democratici, è una cultura politica ed etica ben sviluppata, FdI sta cercando di gettare fondamenta simili per la destra, per consentirle così di ottenere e mantenere il potere anche in futuro. È questa l’insidiosa sfida con cui il pensiero progressista deve fare i conti.
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Antara Haldar
advocates a radical rethink of development, explains what went right at the recent AI Safety Summit, highlights the economics discipline’s shortcomings, and more.
The prevailing narrative that frames Israel as a colonial power suppressing Palestinians’ struggle for statehood grossly oversimplifies a complicated conflict and inadvertently vindicates the region’s most oppressive regimes. Achieving a durable, lasting peace requires moving beyond such facile analogies.
rejects the facile moralism of those who view the ongoing war through the narrow lens of decolonization.
The far-right populist Geert Wilders’ election victory in the Netherlands reflects the same sentiment that powered Brexit and Donald Trump’s candidacy in 2016. But such outcomes could not happen without the cynicism displayed over the past few decades by traditional conservative parties.
shows what Geert Wilders has in common with other ultra-nationalist politicians, past and present.
ROMA – Per la prima volta nella sua storia dal dopoguerra, l’Italia potrebbe essere presto governata da un partito che affonda le radici nei detriti del movimento fascista di Mussolini. Se, come appare probabile, Fratelli d’Italia (FdI) si ritroverà a capo della coalizione di governo, la politica europea subirà un cambiamento profondo.
Giorgia Meloni, carismatica leader di FdI, è stata accusata di essere “neofascista”, e sia FdI che il secondo partito della sua coalizione, la Lega, sono stati bollati come “populisti”. Entrambe le etichette mancano il punto. Vero, questi partiti hanno sfruttato il crescente malcontento di alcuni elettori e adotterebbero una posizione rigida su temi quali l’immigrazione e la sicurezza. Ma Fratelli d’Italia non intende certo sovvertire la democrazia liberale.
Le sue ambizioni risiedono altrove. Riconoscendo che la chiave del successo delle due grandi famiglie politiche europee, i cristiano-democratici e i socialisti democratici, è una cultura politica ed etica ben sviluppata, FdI sta cercando di gettare fondamenta simili per la destra, per consentirle così di ottenere e mantenere il potere anche in futuro. È questa l’insidiosa sfida con cui il pensiero progressista deve fare i conti.
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