RIO DE JANEIRO – Con le città che si troveranno ad affrontare disastrosi stress e shock climatici nei prossimi anni, è lecito pensare a un’accelerazione sul fronte delle strategie di mitigazione e adattamento. Eppure, la maggior parte dei residenti urbani è solo vagamente consapevole dei rischi, perché sindaci, responsabili e giunte comunali non stanno raccogliendo o analizzando il giusto tipo di informazioni.
Anche se sempre più governi adottano strategie per ridurre le emissioni di gas serra, le città di tutto il mondo devono migliorare nella raccolta e nell’interpretazione dei dati climatici. Più di 11.000 città hanno già sottoscritto un patto globale per affrontare il cambiamento climatico e gestire la transizione verso l’energia pulita, e molte puntano a raggiungere l’obiettivo zero emissioni prima delle controparti nazionali. Eppure, praticamente nessuno dispone degli strumenti di base per misurare i progressi.
Colmare questo divario è diventato urgente, perché il cambiamento climatico sta già sconvolgendo le città di tutto il mondo. Le città di quasi tutti i continenti sono devastate da ondate di calore, incendi, tifoni e uragani; le città costiere sono colpite da gravi inondazioni legate all’innalzamento del livello del mare; e alcune metropoli e le loro estese periferie vengono del tutto riconsiderate, come nel caso del piano da 34 miliardi di dollari dell’Indonesia per spostare la capitale da Giacarta al Borneo entro il 2024.
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With elevated global inflation likely to persist for some time, the prospect of competitive exchange-rate appreciations is looming larger. Instead of a race to the bottom in the currency market, there may be a scramble to the top – and poorer countries will likely suffer the most.
warns that a series of competitive exchange-rate appreciations would hurt poorer economies the most.
Neither the invasion of Ukraine nor the deepening cold war between the West and China came out of the blue. The world has been increasingly engaged over the past half-decade, or longer, in a struggle between two diametrically opposed systems of governance: open society and closed society.
frames the war in Ukraine as the latest battle for open-society ideals – one that implicates China as well.
Shlomo Ben-Ami
highlights the lessons countries like China and Iran are drawing from Vladimir Putin’s aggression, offers advice to Ukrainian peace negotiators, and considers the wisdom of Finland and Sweden's NATO membership.
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RIO DE JANEIRO – Con le città che si troveranno ad affrontare disastrosi stress e shock climatici nei prossimi anni, è lecito pensare a un’accelerazione sul fronte delle strategie di mitigazione e adattamento. Eppure, la maggior parte dei residenti urbani è solo vagamente consapevole dei rischi, perché sindaci, responsabili e giunte comunali non stanno raccogliendo o analizzando il giusto tipo di informazioni.
Anche se sempre più governi adottano strategie per ridurre le emissioni di gas serra, le città di tutto il mondo devono migliorare nella raccolta e nell’interpretazione dei dati climatici. Più di 11.000 città hanno già sottoscritto un patto globale per affrontare il cambiamento climatico e gestire la transizione verso l’energia pulita, e molte puntano a raggiungere l’obiettivo zero emissioni prima delle controparti nazionali. Eppure, praticamente nessuno dispone degli strumenti di base per misurare i progressi.
Colmare questo divario è diventato urgente, perché il cambiamento climatico sta già sconvolgendo le città di tutto il mondo. Le città di quasi tutti i continenti sono devastate da ondate di calore, incendi, tifoni e uragani; le città costiere sono colpite da gravi inondazioni legate all’innalzamento del livello del mare; e alcune metropoli e le loro estese periferie vengono del tutto riconsiderate, come nel caso del piano da 34 miliardi di dollari dell’Indonesia per spostare la capitale da Giacarta al Borneo entro il 2024.
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