vives17_ Leon NealGetty Images_ftx Leon Neal/Getty Images

La ben nota discesa delle criptovalute verso la crisi

BARCELLONA – La rapida crescita dei tassi d’interesse ha fatto scoppiare la bolla delle criptovalute, svelando in molti casi un mondo di fragilità, cattiva governance e persino truffe, tra cui spicca quello della piattaforma di scambio di criptovalute FTX. E lo spettacolare crollo dell’exchange FTX è l’ultimo di altri recenti fallimenti di società della criptosfera, come Terra-Luna, Three Arrows Capital e Voyager Digital. Nessuno dovrebbe sorprendersi, neanche di quante persone sono rimaste sorprese.  

“Niente di nuovo sotto il sole” ci ricorda l’Ecclesiaste. Alla sede di FTX, sotto il sole delle Bahamas, lo spot dell’azienda esortava i clienti a non “lasciarsi sfuggire” la “prossima grande novità” – valute basate su blockchain, prodotti finanziari e token non fungibili. Qui, però, di nuovo c’erano solo gli asset, la narrazione della crisi delle criptovalute era cominciata già molto tempo addietro.      

La discesa è iniziata, come spesso avviene nelle crisi finanziarie, con una bolla. La domanda degli investitori ha superato le ragionevoli aspettative di breve termine di ciò che le criptovalute avrebbero potuto realizzare. Impraticabile come strumento di scambio, l’utilizzo di Bitcoin, Ethereum e altro sembrava limitato a speculazioni finanziarie e attività illegali. Ma i tassi di interesse ai minimi storici hanno alimentato l’ossessione per ciò che le criptovalute sarebbero potute diventare. I controlli di rito sono passati in secondo piano rispetto all’impennata dei prezzi degli asset e il denaro a buon mercato ha spinto le aziende a indebitarsi in maniera eccessiva. A un certo punto, gli investitori hanno avuto bisogno di rendimenti sempre più alti per superare il mercato e sbaragliare i loro avversari. Ciò significava più leva finanziaria e una maggiore propensione al rischio. 

https://prosyn.org/VHP2UHlit