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I cittadini europei vogliono un’UE più politica

TRENTO – Il risultato più eclatante di queste ultime elezioni del Parlamento europeo non è né la perdita di seggi da parte dei conservatori e dei social democratici a favore dei liberali e dei verdi, e neppure il fatto che i nazionalisti di estrema destra non siano cresciuti quanto previsto. Bensì è il fatto che il numero di cittadini che ha votato è ben superiore alle aspettative.

Dalla prima elezione del Parlamento europeo nel 1979 a quella del 2014, l’affluenza è calata inesorabilmente passando gradualmente dal 6.3% al 43%. Cinque anni fa, meno della metà dell’elettorato con diritto di voto è andato a votare in 20 stati membri UE su 28, intaccando la legittimità democratica del parlamento. Molti osservatori hanno messo in dubbio apertamente il valore di elezioni che non ottengono l’interesse degli elettori. L’UE, in molti dicevano, appartiene ai diplomatici e ai tecnocrati, non ai cittadini.

Le elezioni del 2019 hanno rappresentato un importante cambiamento di tendenza. L’affluenza è aumentata in 20 paesi raggiungendo il 51% in media, ovvero un aumento di 8 punti percentuali rispetto all’ultimo voto. E’ pur vero che in alcuni paesi le elezioni si sono svolte contemporaneamente alle elezioni nazionali o in alcuni casi sono state utilizzate per veicolare dei messaggi politici a livello nazionale. Ma la rottura con il passato è stata troppo forte e ampia perché queste siano mere coincidenze che rafforzano una spiegazione plausibile.

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