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Il trilemma delle valute digitali di banca centrale

PARIGI – Le banche centrali di tutto il mondo continuano ad accarezzare l’idea di coniare delle valute digitali proprie, le cosiddette CBDC. Alcuni istituti hanno già mosso passi in questa direzione. Nel 2020, la People’s Bank of China ha lanciato un test pilota sull’uso dello yuan digitale a Shenzhen, che poi si è esteso ad altre città cinesi. La Sveriges Riksbank sta testando una e-krona da utilizzare per pagamenti commerciali e al dettaglio, e persino il compassato board della Federal Reserve statunitense ha pubblicato un documento in cui vengono analizzati i pro e contro delle CBDC.  

A quanto pare, le banche centrali stanno cercando di saltare sul treno della moneta digitale prima che lasci la stazione. Ma quali sono le ragioni di questa folle corsa?

Uno degli argomenti è che, fornendo un accesso digitale a tutti coloro in possesso di un cellulare o di una smartcard, la CBDC estenderà la moderna tecnologia dei pagamenti anche alle masse. Tuttavia, l’esperienza di paesi come l’India suggerisce che esistono modi più diretti per raggiungere tale obiettivo.

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