taylor6_Chip SomodevillaGetty Images_miltonfriedmanfriedrichhayektshirts Chip Somodevilla/Getty Images

Le nuove vecchie minacce alla libertà economica

STANFORD – Nel mio nuovo libro intitolato Choose Economic Freedom, scritto insieme a George P. Shultz, si attinge all’evidenza storica – e alle sagge parole dell’economista premio Nobel Milton Friedman – per spiegare perché la buona economia porti alla buona politica e a dei buoni risultati, mentre la cattiva economia faccia esattamente il contrario. Ma si riconosce anche che raggiungere la libertà economica è difficile e che nuovi ostacoli sono sempre in agguato.

Molti di questi ostacoli sono semplici argomentazioni contrarie ai principi alla base della libertà economica, vale a dire stato di diritto, politiche prevedibili, fiducia nei mercati, attenzione agli incentivi e limiti al governo. Se si ha l’impressione che un’idea non funzioni, allora va cambiata. Pertanto, si sostiene che lo stato di diritto andrebbe sostituito con interventi governativi arbitrari, che la prevedibilità della politica è sopravvalutata, che i prezzi di mercato possono essere rimpiazzati da decreti amministrativi, che gli incentivi non sono poi così importanti e che non si devono porre freni al governo.    

Questi ostacoli erano diffusi negli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, quando il socialismo stava dilagando un po’ dappertutto. Molti tentarono di arrestare il trend, e molti vi riuscirono. Ma quegli stessi ostacoli si stanno riaffacciando adesso, ad esempio, sotto forma di rinnovati appelli all’introduzione di licenze professionali, vincoli sulla fissazione dei prezzi e dei salari, o interventi governativi nelle attività commerciali e finanziarie sia a livello nazionale che internazionale.  

https://prosyn.org/SLeSSbtit