

From semiconductors to electric vehicles, governments are identifying the strategic industries of the future and intervening to support them – abandoning decades of neoliberal orthodoxy in the process. Are industrial policies the key to tackling twenty-first-century economic challenges or a recipe for market distortions and lower efficiency?
LONDRA – L’ordine mondiale rischia una spaccatura duratura, con gli Stati Uniti e i suoi alleati da una parte e la Cina e i suoi partner dall’altra. Come ha osservato il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen in un evento del Consiglio Atlantico il mese scorso, questo risultato è tutt’altro che desiderabile e gli Stati Uniti devono collaborare con la Cina per prevenirlo. Ma, nel prosieguo del suo discorso, Yellen ha sostenuto azioni che potrebbero contrastare un tale sforzo.
Dal punto di vista di Yellen, gli Stati Uniti dovrebbero approfondire i legami con i paesi che hanno “una forte adesione a una serie di norme e valori su come operare nell’economia globale e su come gestire il sistema economico globale”. A suo avviso, la scelta di partner che sono “impegnati in una serie di valori e principi fondamentali” è la chiave per una cooperazione efficace su questioni importanti.
Ma che fine fanno i paesi con valori e principi differenti? Come può sopravvivere l’architettura istituzionale globale se i paesi limitano l’impegno aperto solo a coloro che vedono il mondo nello stesso modo in cui lo vedono loro? Se l’Occidente escluderà una potenza come la Cina dai suoi accordi multilaterali, alla Cina cosa resterà da fare?
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