koike85_Yawar Nazir_Getty Images Yawar Nazir/Getty Images

La guerra ucraina e la sicurezza asiatica

TOKYO – La guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina ha spinto le popolazioni della regione indo-pacifica a chiedersi se anche lì problemi nascosti o palesemente in via di deterioramento potrebbero provocare una guerra aperta. Dopo l’isterica reazione della Cina alla visita a Taiwan, lo scorso agosto, della portavoce della Camera dei rappresentanti statunitense Nancy Pelosi, la risposta appare fin troppo chiara. Dall’Hindu Kush al Mar Cinese Meridionale fino al 38mo parallelo della penisola coreana, l’Indo-Pacifico non manca certo di profonde rivalità storiche e di false rivendicazioni di sovranità che rischiano di far scoppiare un conflitto senza preavviso.    

La vera domanda che devono porsi i leader locali è, quindi, se la regione sia in grado di creare una struttura di pace volta a impedire che ambizioni e ostilità nazionali possano degenerare in una guerra aperta. Molto dipenderà se le potenze democratiche che ne fanno parte – Australia, India, Indonesia, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti – riusciranno a instaurare la fiducia strategica necessaria per far sì che un potenziale “disturbatore della pace” ci pensi due volte prima di dare inizio alle ostilità.   

Le fondamenta di Abe

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