WASHINGTON, DC – Un futuro resiliente ai cambiamenti climatici richiede finanziamenti pubblici. Ma strategie forti e a lungo termine per finanziare l’azione per il clima hanno finora ricevuto poca attenzione. Un percorso spesso trascurato per soddisfare questa esigenza sono le banche pubbliche per lo sviluppo.
Gran parte del dibattito sul finanziamento dell’azione per il clima si concentra sulle banche di sviluppo multilaterali. Il loro ruolo è cruciale, ma sono le 450 banche di sviluppo locali, regionali, nazionali e subnazionali del mondo che possono guidare sul campo politiche climatiche ambiziose e fornire la maggior parte dei finanziamenti globali. Insieme, rappresentano 2 mila miliardi di dollari di investimenti ogni anno – circa il 10% degli investimenti pubblici e privati annuali in tutto il mondo. Inoltre, la maggior parte di questi fondi ha origine ed allocazione a livello nazionale.
Radicate nelle economie e nelle società in cui operano, queste banche pubbliche di sviluppo formano uno snodo che collega i governi nazionali e locali ed il settore privato. Esse sono nella posizione ideale per fornire supporto trasformativo per pratiche e infrastrutture sostenibili connettendo le esigenze di breve periodo con obiettivi a lungo termine. In effetti, rappresentano la mano visibile che può mobilitare e indirizzare la finanza verso obiettivi comuni che per ora sono fuori dalla portata del mercato.
Le potenzialità del finanziamento concordato dell’azione per il clima sono state messe a fuoco lo scorso novembre quando tutte le banche pubbliche di sviluppo del mondo, inclusa un’ampia compagine di istituzioni nazionali, si sono riunite al primo incontro del Finance in Common Summit. In quella sede, hanno deciso di cambiare le loro strategie, i modelli di investimento e le operazioni per sostenere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals - SDG) delle Nazioni Unite 2030. È stato un impegno senza precedenti per un obiettivo condiviso.
Le banche pubbliche di sviluppo ed i loro stakeholder hanno la possibilità di portare avanti tale agenda quando si incontreranno al secondo vertice di “Finance in Common”, ospitato da Cassa Depositi e Prestiti e previsto per questo mese a Roma nell’ambito del programma G20. Cogliere tale opportunità richiederà diversi passaggi.
In primo luogo, i partecipanti devono garantire che il loro mandato dia priorità a tutti i livelli all’azione per il clima e agli SDG. Molte banche esitano ad includere l’azione per il clima nelle loro agende per paura di oltrepassare i limiti del proprio mandato che si concentra sullo sviluppo o sulla crescita economica. Tuttavia, come ha sottolineato l’ultimo report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, la sostenibilità dipende dall’adattamento agli effetti del cambiamento climatico e dal passaggio ad un’economia equa e a basse emissioni di carbonio.
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In secondo luogo, le banche di sviluppo devono mobilitare e consentire investimenti per lo sviluppo sostenibile da parte di altri attori pubblici e privati. Le banche pubbliche di sviluppo si sono in gran parte concentrate sul finanziamento diretto dei progetti, ma possono svolgere un ruolo più trasformativo se dispongono di incentivi per aiutare a riorientare gli investimenti da altre fonti verso lo sviluppo sostenibile. La maggior parte dei membri dell’ International Development Finance Club (una rete globale di 26 banche di sviluppo internazionali, regionali e nazionali) sono emittenti regolari di obbligazioni verdi, sociali e SDG. E questa tendenza è in crescita. Ad esempio, la West African Development Bank ha recentemente emesso il suo primo bond di sostenibinalità.
Terzo, la collaborazione dovrebbe fare un uso strategico dei punti di forza dei diversi tipi di organizzazioni di finanziamento dello sviluppo. Sebbene le banche di sviluppo possano impiegare risorse agevolate attraverso strumenti finanziari tarati per attrarre investimenti del settore privato, queste risorse sono scarse ed esistono principalmente a livello internazionale e multilaterale. Ma le banche di sviluppo nazionali conoscono le realtà locali. Lavorando insieme, possono sfruttare questi diversi punti di forza per indirizzare gli investimenti verso percorsi sostenibili e opportunità di investimento.
Questo tipo di collaborazione ha dimostrato di funzionare bene. Alcune banche pubbliche africane, come la Trade and Development Bank, hanno guidato l’innovazione attirando finanziamenti commerciali da banche nazionali e internazionali con l’aiuto di sistemi di garanzia e assicurazione forniti da banche multilaterali di sviluppo. E un numero crescente di banche di sviluppo nazionali è stato accreditato dal Green Climate Fund per l’accesso diretto ai finanziamenti internazionali per il clima, accelerando i flussi di investimento locali.
Infine, il secondo summit di “Finance in Common” dovrebbe concordare le definizioni di ciò che costituisce la finanza sostenibile. Le banche pubbliche di sviluppo, i loro governi ed il resto della comunità finanziaria devono stabilire criteri comuni per gli investimenti. Da questo, le istituzioni devono fare lo stesso per garantire che la finanza sostenibile non sia semplicemente greenwashing da parte di istituzioni i cui principali investimenti continuano a saccheggiare il pianeta.
Tale approccio coordinato potrebbe migliorare notevolmente l’efficacia degli investimenti per la sostenibilità. Insieme, le banche pubbliche nazionali di sviluppo, con partner multilaterali e privati, possono produrre cambiamenti chiari e tempestivi nei luoghi che ne hanno più bisogno e contribuire a rendere la sostenibilità la “nuova normalità” della finanza.
Fortunatamente, adesso abbiamo un’opportunità unica per sbloccare le risorse necessarie per sostenere un’economia post-COVID inclusiva e sostenibile. La recente e storica emissione del Fondo Monetario Internazionale di circa 650 miliardi di dollari in diritti speciali di prelievo (DSP, unità di conto del Fondo) offre un po' di respiro che non dovrebbe essere sprecato. Parte di questo dovrebbe essere incanalato attraverso banche pubbliche di sviluppo, come l’ African Development Bank (che è già un titolare “accreditato” di DSP), per liberare risorse che potrebbero essere utilizzate per promuovere una ripresa post-COVID incentrata sull’azione per il clima. Questa strategia potrebbe avere un significativo effetto leva, in particolare se combinata con le riforme proposte sopra.
La società civile, le banche pubbliche di sviluppo e il settore privato dovrebbero agire ora per mobilitare le potenzialità di tutte le banche pubbliche per lo sviluppo e sfruttare gli investimenti senza precedenti che i paesi stanno facendo (o faranno) per stimolare le loro economie. Se fanno questo, e la collaborazione viene rafforzata sotto la bandiera della finanza sostenibile al prossimo “Finance in Common Summit”, allora queste banche pubbliche di sviluppo possono fornire finanziamenti trasformativi per risolvere le crisi più urgenti del mondo.
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To prevent unnecessary deaths from treatable diseases, the World Health Organization must be empowered to fulfill its mandate as the leading global emergency responder. If its $7.1 billion fundraising campaign falls short, we risk being caught unprepared again when the next pandemic arrives.
calls on wealthy countries to ensure that the World Health Organization can confront emerging threats.
Not only did Donald Trump win last week’s US presidential election decisively – winning some three million more votes than his opponent, Vice President Kamala Harris – but the Republican Party he now controls gained majorities in both houses on Congress. Given the far-reaching implications of this result – for both US democracy and global stability – understanding how it came about is essential.
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WASHINGTON, DC – Un futuro resiliente ai cambiamenti climatici richiede finanziamenti pubblici. Ma strategie forti e a lungo termine per finanziare l’azione per il clima hanno finora ricevuto poca attenzione. Un percorso spesso trascurato per soddisfare questa esigenza sono le banche pubbliche per lo sviluppo.
Gran parte del dibattito sul finanziamento dell’azione per il clima si concentra sulle banche di sviluppo multilaterali. Il loro ruolo è cruciale, ma sono le 450 banche di sviluppo locali, regionali, nazionali e subnazionali del mondo che possono guidare sul campo politiche climatiche ambiziose e fornire la maggior parte dei finanziamenti globali. Insieme, rappresentano 2 mila miliardi di dollari di investimenti ogni anno – circa il 10% degli investimenti pubblici e privati annuali in tutto il mondo. Inoltre, la maggior parte di questi fondi ha origine ed allocazione a livello nazionale.
Radicate nelle economie e nelle società in cui operano, queste banche pubbliche di sviluppo formano uno snodo che collega i governi nazionali e locali ed il settore privato. Esse sono nella posizione ideale per fornire supporto trasformativo per pratiche e infrastrutture sostenibili connettendo le esigenze di breve periodo con obiettivi a lungo termine. In effetti, rappresentano la mano visibile che può mobilitare e indirizzare la finanza verso obiettivi comuni che per ora sono fuori dalla portata del mercato.
Le potenzialità del finanziamento concordato dell’azione per il clima sono state messe a fuoco lo scorso novembre quando tutte le banche pubbliche di sviluppo del mondo, inclusa un’ampia compagine di istituzioni nazionali, si sono riunite al primo incontro del Finance in Common Summit. In quella sede, hanno deciso di cambiare le loro strategie, i modelli di investimento e le operazioni per sostenere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals - SDG) delle Nazioni Unite 2030. È stato un impegno senza precedenti per un obiettivo condiviso.
Le banche pubbliche di sviluppo ed i loro stakeholder hanno la possibilità di portare avanti tale agenda quando si incontreranno al secondo vertice di “Finance in Common”, ospitato da Cassa Depositi e Prestiti e previsto per questo mese a Roma nell’ambito del programma G20. Cogliere tale opportunità richiederà diversi passaggi.
In primo luogo, i partecipanti devono garantire che il loro mandato dia priorità a tutti i livelli all’azione per il clima e agli SDG. Molte banche esitano ad includere l’azione per il clima nelle loro agende per paura di oltrepassare i limiti del proprio mandato che si concentra sullo sviluppo o sulla crescita economica. Tuttavia, come ha sottolineato l’ultimo report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, la sostenibilità dipende dall’adattamento agli effetti del cambiamento climatico e dal passaggio ad un’economia equa e a basse emissioni di carbonio.
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Terzo, la collaborazione dovrebbe fare un uso strategico dei punti di forza dei diversi tipi di organizzazioni di finanziamento dello sviluppo. Sebbene le banche di sviluppo possano impiegare risorse agevolate attraverso strumenti finanziari tarati per attrarre investimenti del settore privato, queste risorse sono scarse ed esistono principalmente a livello internazionale e multilaterale. Ma le banche di sviluppo nazionali conoscono le realtà locali. Lavorando insieme, possono sfruttare questi diversi punti di forza per indirizzare gli investimenti verso percorsi sostenibili e opportunità di investimento.
Questo tipo di collaborazione ha dimostrato di funzionare bene. Alcune banche pubbliche africane, come la Trade and Development Bank, hanno guidato l’innovazione attirando finanziamenti commerciali da banche nazionali e internazionali con l’aiuto di sistemi di garanzia e assicurazione forniti da banche multilaterali di sviluppo. E un numero crescente di banche di sviluppo nazionali è stato accreditato dal Green Climate Fund per l’accesso diretto ai finanziamenti internazionali per il clima, accelerando i flussi di investimento locali.
Infine, il secondo summit di “Finance in Common” dovrebbe concordare le definizioni di ciò che costituisce la finanza sostenibile. Le banche pubbliche di sviluppo, i loro governi ed il resto della comunità finanziaria devono stabilire criteri comuni per gli investimenti. Da questo, le istituzioni devono fare lo stesso per garantire che la finanza sostenibile non sia semplicemente greenwashing da parte di istituzioni i cui principali investimenti continuano a saccheggiare il pianeta.
Tale approccio coordinato potrebbe migliorare notevolmente l’efficacia degli investimenti per la sostenibilità. Insieme, le banche pubbliche nazionali di sviluppo, con partner multilaterali e privati, possono produrre cambiamenti chiari e tempestivi nei luoghi che ne hanno più bisogno e contribuire a rendere la sostenibilità la “nuova normalità” della finanza.
Fortunatamente, adesso abbiamo un’opportunità unica per sbloccare le risorse necessarie per sostenere un’economia post-COVID inclusiva e sostenibile. La recente e storica emissione del Fondo Monetario Internazionale di circa 650 miliardi di dollari in diritti speciali di prelievo (DSP, unità di conto del Fondo) offre un po' di respiro che non dovrebbe essere sprecato. Parte di questo dovrebbe essere incanalato attraverso banche pubbliche di sviluppo, come l’ African Development Bank (che è già un titolare “accreditato” di DSP), per liberare risorse che potrebbero essere utilizzate per promuovere una ripresa post-COVID incentrata sull’azione per il clima. Questa strategia potrebbe avere un significativo effetto leva, in particolare se combinata con le riforme proposte sopra.
La società civile, le banche pubbliche di sviluppo e il settore privato dovrebbero agire ora per mobilitare le potenzialità di tutte le banche pubbliche per lo sviluppo e sfruttare gli investimenti senza precedenti che i paesi stanno facendo (o faranno) per stimolare le loro economie. Se fanno questo, e la collaborazione viene rafforzata sotto la bandiera della finanza sostenibile al prossimo “Finance in Common Summit”, allora queste banche pubbliche di sviluppo possono fornire finanziamenti trasformativi per risolvere le crisi più urgenti del mondo.